giovedì 28 giugno 2012

L'inferno/paradiso dei numeri

Qualche settimana fa ho letto, per curiosità, un libro che avevo acquistato da tempo, Il mago dei numeri, dell'intellettuale bavarese Hans-Magnus Enzensberger. Un'opera senz'altro simpatica e degna di nota, scritta per un pubblico di bambini ma consigliabile anche ai più grandicelli (le competenze matematiche, ahimè, spesso non evolvono significativamente tra i 10 e i 100 anni d'età...). Il protagonista è un ragazzino, il piccolo Roberto, che in sogno viene avvicinato da una strana creatura, il mago (in originale Teufel, diavolo) dei numeri, il quale, notte dopo notte, lo introduce in modo graduale e giocoso alle bellezze della matematica. Partendo da semplici considerazioni aritmetiche, i due finiscono per discutere di argomenti che solitamente non reputeremmo alla portata di un decenne: i numeri primi, i numeri figurati, i numeri di Fibonacci, il calcolo combinatorio, la sezione aurea, perfino l'irrisolta congettura di Goldbach e la formula per i poliedri di Euler costellano il percorso che a poco a poco conduce Roberto fino all'inferno/paradiso dei numeri, dove avrà modo di intrattenersi con alcuni dei personaggi che nel frattempo avrà imparato a conoscere: tra gli altri, Bonaccione e le sue lepri, il professor Boiler e lord Ruzzolo. L'apparentemente irriverente storpiatura dei nomi propri e comuni (i numeri primi diventano numeri principi,  le radici diventano rape, il fattoriale diventa bum!), che hanno certamente rappresentato una sfida per il traduttore, contribuiscono a sdrammatizzare i concetti e ad avvicinarli alla sensibilità dell'infanzia (anche se poi sarà opportuno dare un'occhiata all'Elenco persone e oggetti smarriti, dove i nomi corretti sono riportati). 
Un libro divertente e stimolante, insomma. Tra un paio d'anni lo sottoporrò ai miei figli, per testarne "sul campo" l'efficacia.

sabato 23 giugno 2012

Non solo conigli - 2

Ho accompagnato la lettura del libro di Devlin su Fibonacci con un interessante volumetto uscito qualche anno fa per Bruno Mondadori, Giochi matematici del medioevo. Curato da Nando Geronimi, esso comprende una scelta di 64 problemi tratti dal Liber Abaci, che ben illustrano come tale opera non fosse soltanto un manuale di matematica contabile volto esclusivamente all'insegnamento degli algoritmi arabi. Infatti, alcuni dei quesiti (come quello relativo ai conigli o quello delle potenze di due sulla scacchiera) hanno certamente una connotazione ludica, e altri rivelano un profondo interesse per la matematica tout court, in particolare quando occorre dimostrare l'irrisolvibilità di un problema.
Il testo è abbellito, in copertina e nella parte conclusiva, dalle fotografie di alcune opere dell'artista milanese Mario Merz, esponente dell'arte povera letteralmente ossessionato dalla successione di Fibonacci.

venerdì 22 giugno 2012

Il crimine non paga (non molto, almeno)

Il sito di Scientific American segnala un singolare articolo apparso su Significance, periodico della Royal Statistical Society e dell'American Statistical Society. Intitolato Robbing banks: Crime does pay – but not very much, il breve saggio illustra, sulla base di dati statistici confidenziali, come il mestiere di rapinatore di banche in fondo non sia molto redditizio: analizzando con criteri economici gli esiti di 364 rapine effettuate nel Regno Unito sull'arco di tre anni, i tre autori (Barry Reilly, Neil Rickman  e Robert Witt) giungono alla conclusione che un "colpo" riuscito garantisce al rapinatore un guadagno netto medio di circa 12000 sterline, appena sufficiente per tirare avanti sei mesi senza tante pretese. Inoltre, dal momento che la probabilità di non venir catturati è pari all'incirca a 0.8, a partire dal quarto "raid" la probabilità di restare in libertà scende sotto la soglia di 0.5. In altre parole: per un rapinatore di carriera, dopo un paio d'anni è più probabile trovarsi al fresco che restare in libertà.

lunedì 11 giugno 2012

... aver le corna con i decimali

Qualcuno ricorderà Pippo Franco (nome d'arte di Franco Pippo) per un certo tipo di commedie anni '70 (oggi considerate quasi di culto), oppure per la sua partecipazione, qualche lustro più tardi, agli inguardabili spettacolini bagaglinari. A qualcun altro, forse, torneranno invece in mente i leggendari motivetti che, negli anni '80, l'avevano reso celebre come interprete di canzoni per bambini. Ma Pippo Franco fu anche un (misconosciuto) precursore del genere demenzial-musicale, con album quali Bededè o Cara Kiri. Proprio in quest'ultimo, del 1971, è contenuto il brano La statistica in cui il comico (forse ispirato dal più illustre Trilussa) ironizza a modo suo sull'uso e sull'abuso dei numeri. Eccolo qua, direttamente da YouTube:

domenica 10 giugno 2012

Matematica da passeggio?

Non ho potuto fare a meno di notare in libreria, visti gli sgargianti colori della copertina, il volumetto dal curioso (e un po' arbitrario) titolo Non si può dividere per zero, prima uscita della nuova collana Incroci dell'editore Bollati Boringhieri. L'autore è il matematico e giornalista sportivo argentino Adrián Paenza, molto noto in Sudamerica per i suoi libri e per la sua attività di divulgazione anche in ambito televisivo. Vista l'estrema eterogeneità, risulta abbastanza difficile descrivere in poche righe i contenuti del libro: il capitolo Numeri propone ad esempio l'Hotel di Hilbert, il problema di Collatz, l'irrazionalità della radice di 2 e il gioco delle tavole binarie, alla voce Personaggi incontriamo, fra gli altri, Pitagora, Poincaré, Fleming, Churchill e Turing, al capitolo Problemi ci confrontiamo da un lato con un classico della matematica divulgativa come il dilemma di Monty Hall, dall'altro con alcuni popolari quesiti (i tre amici che pagano un conto, i tre interruttori). L'ultimo capitolo, Riflessioni e curiosità, propone poi un guazzabuglio di, appunto, brevi riflessioni sull'essenza della matematica o sul modo in cui deve essere insegnata (queste ultime, ahimè, banali e scontate) e curiosità di vario genere, come il teorema dei quattro colori o l'origine della tastiera QWERTYTutto sommato, un libro abbastanza divertente (che, nella prima edizione italiana, contiene però qualche errore di troppo). 
Tra l'altro, per chi mastica un po' di spagnolo, le opere di Paenza sono scaricabili per uso personale a questo indirizzo.