domenica 28 febbraio 2016

Ada e la macchina - 2

Sappiamo tutti come andò a finire: Ada Lovelace se ne andò ancora giovane, lasciando solo intuire quali contributi la "prima programmatrice" avrebbe potuto dare al mondo scientifico, e Charles Babbage non costruì né la macchina delle differenze, né tantomeno la ben più ambiziosa macchina analitica. E ci vollero ancora cent'anni (e una tragedia come il secondo conflitto mondiale) perché il primo vero computer, versatile come lo avevano immaginato loro due, potesse venire alla luce. Ma nulla ci impedisce di liberare la fantasia, immaginando un mondo in cui gli sforzi dei due hanno avuto successo, decretando con un secolo di anticipo l'avvento dell'informazione automatica. È quello che fa l'illustratrice Sydney Padua nel suo The thrilling Adventures of Lovelace and Babbage, nato come webcomic (qui) e in seguito raccolto e ampliato come lussuosa graphic novel. In essa, seguendo quello che è diventato un canone del genere steampunk, l'autrice immagina un universo tasca dove il duo mette la sua difference engine (avrebbe dovuto essere la analytical, ma qui la Padua si concede una licenza poetica) al servizio della regina Vittoria, che nel fumetto fa la sua comparsa assieme ad altri personaggi celebri dell'epoca (il Duca di Wellington, l'ingegnere Brunel, George Eliot (cioè Marian Evans), George Boole).
Si tratta senza dubbio di un piacevole divertissement: il tratto è accattivante, e la storia è permeata da un umorismo che non manca mai di rispetto ai protagonisti. E, a testimonianza del notevole lavoro fatto dall'autrice, vi è pure una vasta selezione di schizzi esplicativi, estratti da documenti d'epoca e note a piè di pagina  ad impreziosire il tutto. Tra l'altro, il libro (di cui ho scoperto l'esistenza grazie al documentario della BBC di cui parla il precedente post) si è aggiudicato, nel 2015, il premio Neumann della British Society for the History of Mathematics.

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